Cosa si può fare 

E’ doveroso premettere che queste sono solo alcune indicazioni molto generali su come affrontare il problema ed ogni intervento deve essere altamente individualizzato e condiviso con la persona e la sua famiglia.

 PRIMA FASE: Adattamento dell’ambiente alla persona

Per avvicinarci e permettere loro di farsi avvicinare dobbiamo imparare a cambiare la nostra prospettiva ed andare incontro alla loro.

  • Leggere gli atteggiamenti senso – percettivi
  • Interpretare il comportamento “strano” come sintomo
  • Leggere un funzionamento “diverso”, non mancante o ritardato
  • Fornire inizialmente un ambiente adatto, quasi di “sopravvivenza” per affrontare gli stimoli che provengono dall’ambiente
  • Proteggere da sensazioni tattili penose (evitare vestiti ruvidi, stretti, pesanti; sensazioni anche molto lievi di dolore; abbracci energici; temperature molto basse o molto alte; solletico..)
  • Comunicare sempre in anticipo cosa starà per cambiare e perché ( attraverso la spiegazione verbale oppure usando supporti visivi o tattili ) i cambiamenti dovrebbero essere graduali e con la sua attiva partecipazione
  • evitare il sovraccarico sensoriale

leggere gli atteggiamenti

 La comprensione di ogni sensibilità individuale è vitale o ogni situazione ma anche ogni tipo di strategia o intervento può diventare un incubo sia per la persona autistica sia per le persone che le stanno intorno, che lavorano con lei e che vivono con lei.

proteggere dalle sensazioni penose

E ‘ fondamentale identificare quali stimoli la persona trova disturbanti ed eliminarli, ad es. usare tessuti di cotone e non di lana, non usare indumenti con collo alto, ecc…)

Dobbiamo ricordare che ciò che pensiamo sia piacevole come un abbraccio o l’indossare un vestito nuovo, può essere spaventoso od opprimente per una persona autistica.

fornire un ambiente adatto ed avvisare in anticipo

 Dal momento che ogni individuo è unico nel suo profilo sensoriale, è molto difficile adattare

l ’ambiente ad ogni sensibilità individuale.

Spesso non è lo stimolo in sè che fa scattare quelli che chiamiamo comportamenti difficili o comportamenti – problema, ma piuttosto l ’incapacità a filtrarlo, controllarlo e predirlo.

Tutte le volte che sarà possibile sarà utile avvertire la persona sulla possibilità di incontrare stimoli di cui ha paura, di cosa succederà e mostrargliene la fonte.

In ambienti sensorialmente stimolanti, come ad esempio la classe, un bambino ipersensibile diventa ipervigilante, distraibile, preoccupato e teso, non sapendo quando arriverà la successiva esperienza sensoriale dolorosa.

evitare il sovraccarico sensoriale

E’ importante riconoscere i primi segni del sovraccarico sensoriale.

E’meglio prevenire che poi “affrontare le conseguenze”.

I comportamenti stereotipati sono strategie compensatorie per regolare i sistemi ed affrontare le informazioni in sovraccarico.

Questi comportamenti di autostimolazione possono servire per diversi scopi ed uno stesso

comportamento può avere differenti cause.

 “Molte autostimolazioni, incluso il dondolarsi, l’oscillare, lo sfarfallamento delle mani, lo sfregamento della pelle e innumerevoli altri, sono piacevoli, connessioni calmanti con i sensi”

(O’Neill)

Appena si notano i primi segni dell’arrivo di un sovraccarico sensoriale (che sono diversi per ogni individuo) è necessario cessare l’attività e fornire un momento di “riposo sensoriale” , del tempo e dello spazio per riprendersi.

Sarà importante poi insegnare alla persona come riconoscere i segnali interni e chiedere aiuto o usare strategie differenti per prevenire il problema.

Dovrebbe sempre essere a portata di mano un cosiddetto Kit di primo intervento, diverso per ogni persona ( ad es. oggetti preferiti, giochi che si schiacciano, cuffie o paraorecchie, ecc…)

SECONDA FASE : Progettare un intervento teso alla causa del problema

  • desensibilizzare
  • monoprocessare
  • insegnare a filtrare
  • rimettere ordine al caos
  • mettere assieme le informazioni
  • incanalare le abilita’ competenti o “super-competenti”

desensibilizzare

A partire dai suoi stessi atteggiamenti tattili in grado di dargli piacere e dalla sua stessa ricerca di sensazioni, dovremmo desensibilizzare la persona perchè possa meglio tollerare gli stimoli.

Si dovranno proporre esperienze tattili aumentandone gradatamente la durata, la frequenza e l’ intensità (variazioni di temperatura; esperienze propriocettive; contatto con tessuti vari..)

Dovremmo aiutare la persona a sperimentare la differenza tra le stimolazioni tattili iniziate dall’interno e quelle provenienti dall’esterno (chiara e definita indicazione dell’origine dello stimolo).

“La stimolazione tattile è estremamente importante per i bambini ed aiuta il loro sviluppo”

(Caslers 1965).

I terapisti hanno notato che i bambini che evitano una stimolazione tattile confortante possono

imparare ad apprezzarla se la loro pelle viene accuratamente desensibilizzata.

Spesso aiuta strofinare la pelle con diffe­renti tessuti.

Anche una stimolazione con compressione profonda riduce il bisogno di scappare.

Lorna King, una terapista di Phoenix, Arizona, afferma che essa ha un effetto calmante sul comportamento ipe­rattivo. I terapisti hanno trovato che la stimolazione profonda mediante pressione ha un effetto calmante (Ayres, 1979).

la macchina dell’abbraccio di Temple Grandin

Temple Grandin ha progettato e realizzato la macchina dell’abbraccio

” Quando avevo 5 anni sognavo ad occhi aperti una macchina nella quale potere entrare per sentire applicarmi una confortante pressione. La possibilità di controllare la macchina era molto importante. Dovevo essere capace di interrompere la stimolazione quando diventava troppo intensa. Quando la gente mi abbracciava mi irrigidivo e mi allontanavo per evitare l’oppressione della stimolazione.                                                                           All’età di 18 anni costruii una macchina per abbracciare. “

 E prosegue, mettendo in relazione l’effetto della pressione calmante della macchina con la possibilità di relazionarsi con le persone e gli animali.

” Ho trovato dalla mia esperienza con la macchina che quasi mai mi sento aggressiva dopo averla usata. Per imparare a relazionarmi con gli altri ho dovuto prima imparare a ricevere conforto dalla pressione calmante della macchina. Durante il lavoro con il bestiame mi resi conto che toccare gli animali aumentava la mia simpatia per essi. Toccare ed accarezzarli mi faceva sentire gentile nei loro confronti. “

 

La macchina dell’abbraccio ha due funzio­ni: aiuta a rilassare i nervi e dà la piacevole sensazione di essere ab­bracciati.

“Prima della costruzione della macchina per l’abbraccio l’unico altro modo nel quale potevo avere sollievo era un vigoroso esercizio fisico o il lavoro manuale”

monoprocessare

 Alcune persone hanno difficoltà a mettere assieme le informazioni che provengono dai diversi canali (ad es. guardare e toccare contemporaneamente).

Una persona che utilizza una modalità monocanale, che utilizza un solo canale di processazione, può avere difficoltà con gli stimoli multipli.

Inizialmente la desensibilizzazione verrà fatta per monoprocessazione : cioè utilizzando un solo senso alla volta.

“ Ho notato che quando uso un particolare canale per eseguire un compito, se tento di introdurre un altro canale, poi mi perdo nel completamento del compito e ho bisogno di ricominciare da capo”

(Lawson)

Bisognerà allora cercare quale canale “è aperto” al momento, ridurre tutti gli “stimoli irrilevanti” ed offrire esperienze utilizzando un solo senso alla volta, secondo la modalità preferita da quella persona.

E’importante lasciare che la persona utilizzi la modalità sensoriale che preferisce per “verificare” le sue percezioni.

Con un intervento mirato e degli adeguati aggiustamenti ambientali per ridurre l’ipersensibilità ed il ” caos “, la persona può imparare gradualmente ad usare gli organi di senso in modo più corretto.

insegnare a filtrare

 Dovremmo trovare quale modalità sensoriale non filtra bene le informazioni e rendere l ‘ambiente tattile, visivo, uditivo, ecc …per loro sopportabile ed inizialmente semplice ed ordinato.

 Nelle persone con gravi deficit di elaborazione sensoriale, i vari sensi si mescolano, soprattutto quando la persona è stanca o turbata, arriva il ” caos “, diventa difficile dare significato, non si riesce più a mantenere un comportamento adeguato.

Se manca il “ filtro” c’è una difficoltà a selezionare le informazioni.

Per una persona autistica, la realtà è una massa interagente di eventi, persone, luoghi, suoni e immagini che crea grande confusione. Sembra che nulla abbia confini definiti,ordine o significato.

Passo buona parte del mio tempo semplicemente a cercare di capire quale sia la logica che sta dietro alle cose”

( Temple Grandin )

Dovremmo insegnargli a rompere le immagini tattili, visive, uditive…in singole unità di significato ed a riconoscere gli aspetti rilevanti degli oggetti e delle situazioni e ad ignorare quelle irrilevanti.

Sarà importante Insegnargli a monitorare il numero di stimoli simultanei, riducendo quelli irrilevanti.

rimettere ordine al caos

 “Routine prestabilite, orari precisi e particolari percorsi e rituali sono tutte cose che mi aiutano a trovare ordine in una vita intollerabilmente caotica”

( Therese Joliffe )

 Inizialmente la strutturazione di sequenze ordinate e prestabilite ed il rispetto di una routine renderanno le cose prevedibili e quindi più facilmente sopportabili e meno paurose o ansiogene.

Ne renderanno anche più facile la comprensione delle attività di tutti i giorni ed aiuteranno a rimettere ordine al “caos”.

La persona potrà così sperimentare sentimenti di sicurezza e fiducia.

diceva la volpe al piccolo principe … 

“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. 
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero’ ad essere felice. Col passare dell’ora aumentera’ la mia felicita’. Quando saranno le quattro, incomincero’ ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro’ il prezzo della felicita’! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro’ mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”….

 da Il Piccolo Principe  di Antoine de Saint-Exupéry

 mettere assieme le informazioni

 In una fase successiva bisogna poi allenare la capacità di mettere assieme prima 2 canali, poi 3,… come guardarlo e parlargli, parlargli e toccarlo, inizialmente sempre avvisandolo di cosa succederà e di cosa si farà.

allenamento all’imprevedibilità

In un primo periodo si cercheranno di evitare i cambiamenti, adattandosi quindi alla modalità di funzionamento della persona; tutto sarà organizzato e programmato in un calendario della giornata; la persona dovrà essere sempre avvisata dei programmi e degli inevitabili cambiamenti.

Si inizierà poi ad introdurre gradualmente alcuni cambiamenti, dopo il periodo di desensibilizzazione, sempre avvisando la persona.

 Incanalare le abilita’ competenti o “super-competenti”

 “Le persone che più mi aiutarono furono sempre quelle creative e meno convenzionali

Gli psichiatri e gli psicologi mi furono di scarsa utilità : lo psicologo della scuola superiore voleva sradicare le fissazioni che avevo con gli oggetti anziché cercare di capirle e utilizzarle per stimolare l’apprendimento.

Mentre gli insegnanti e gli operatori della scuola volevano scoraggiare i miei interessi bizzarri e rendermi più normale, un professore di scienze prese in mano i miei interessi e li utilizzò per motivarmi a studiare.

Quando gli parlai dei simboli visivi, come le porte, lui mi diede dei libri di filosofia.

E’ necessario che gli insegnanti aiutino i bambini autistici a coltivare il loro talento.

Penso che ci sia troppa enfasi sui deficit e troppo poca sulle capacità che si possono sviluppare.

La capacità artistica,per esempio, spesso si manifesta a un’età precoce.”

(Donna Williams)

 

Kanner rilevò che le fissazioni delle persone autistiche possono costituire il loro modo di sviluppare anche una vita sociale e delle amicizie.

Sempre secondo Kanner, per alcune persone con autismo, la chiave del successo è stata incanalare le loro manie in una carriera.

 L’interesse è un mezzo per rilassarsi, un’attività piacevole, una forte motivazione ed uno strumento per superare fobie e paure.

Ciò che prima faceva paura può diventare un interesse.

È frequente che un bambino che aveva paura dei temporali si interessi di meteorologia.

Lo scopo di un terapista non dovrebbe essere quello di eliminare gli interessi, ma quello di espanderli, renderli più flessibili e funzionali ed incanalarli.

Nel DSM-5 * troviamo scritto:

” gli interessi speciali possono essere una fonte di piacere e motivazione ed aprire la strada per l’educazione e il lavoro”

* DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5®), utilizzato dai clinici e dai ricercatori per diagnosticare e classificare i disturbi mentali, frutto di oltre dieci anni di lavoro a opera di centinaia di esperti internazionali nel campo della salute mentale

Imparare a conoscere i sensi riduce l’ansia e le difficoltà

NOMINARE È DOMINARE

Insegnare a nominare le diverse esperienze sensoriali in tutti i canali può essere efficace.

…a presto, con il prossimo articolo!